Aresu Geopolitica dell'AI x 42rosso
Aresu, Alessandro
Indice
Sommario
1 Premessa
2 Parte prima. Dal Kentucky a Lady Gaga
1 1. Un lavoro vero
1 L’inverno di Oneida
2 Skynet al fast food Denny’s
3 Come Toy Story
4 2. Visioni del paradiso dei panda
1 La lavanderia di Einstein
2 Visione e verità
3 Il lavoro del Turco
4 L’ultima lezione di Sabella
5 3. Alex, o dello scrivano
1 Il peso degli errori
2 Gli scienziati di NVIDIA e le due GPU nel letto
3 Proliferazione e sparizione
4 4. Morris, il mio eroe
1 Arizona Sky
2 Cronologia della guerra tecnologica USA - Cina attraverso TSMC
3 Luna di miele in California
5. Le fabbriche dell’orsetto Kumamon
1 Dentro le fabbriche niente sindacati
2 Hold My Hand
3 Intermezzo leopardiano
4 Parte seconda. L’intelligenza del carciofo
1 1. Cynar
1 Contro il logorio della vita moderna
2 Il calcolo universale e il suo filosofo
3 Intelligenza: generalità e profezie
4 Le macchine di Gödel e le declinazioni dell’intelligenza
5 2. Tre leggi muovono il mondo
1 La legge di Moore
2 La legge dei ritorni acceleranti
3 La legge di Huang
4 3. Il gioco delle perle dei gesuiti
1 Commercio dei lumi e maestri del gioco
2 Gli incontri paralleli delle macchine pensanti
3 Shashua e il problema della guida autonoma
Giocare a tutto
5 I Bell Labs della vita e il dilemma dell’inizio
6 Postilla. Jim Raynor e Sarah Kerrigan
7 4. Le grandi trasformazioni
1 Leggere Polanyi a Hyderabad
2 Un mondo di data center
3 Cloud: la scommessa di Nadella
4 Il grande trasformatore
5 Il sacrificio del riccio
6 “Dobbiamo smetterla di ammazzarci a vicenda”
7 5. Il pappagallo stocastico e il momento iPhone
1 Il segreto dell’America
2 L’impronta di Elon Musk
3 Prendere sul serio Elon Musk
4 Da Toronto all’Iowa
5 Il volo del pappagallo e le colline del Tennessee
6 Nella testa di Ilya: romanzi di Dio e cervelli di Boltzmann
7 Cos’è il momento iPhone dell’intelligenza artificiale?
Parte terza. L’orologio e lo specchio
1 1. La principessa e la progettista
1 L’orologio sempre al polso
2 Fattorie e fabbriche
3 Jensen in Cina: sequenziare e accelerare
4 Huawei non deve morire
5 L’effetto Huawei e l’ingranaggio ribelle
6 Sorvegliare e memare
7 Una miniera di known unknown
8 2. Chi dice umanità. La corporate governance di OpenAI
1 Avvocati immortali e fondatori onnipotenti
2 La missione di OpenAI e i fili di seta
3 I gigolò dell’umanità e la corsa alle infrastrutture
4 Il tumulto di OpenAI
5 Il valore dei tweet
6 3. Nani sulle spalle di Lewis Strauss
1 I vinti del progetto Manhattan
2 Breve triste avventura di Fei - Fei con Google e la Cina
3 George Soros e la debolezza finanziaria cinese
4 Il calcolo parallelo di Gina Raimondo e Jensen
5 4. Palantir e la prima colazione
1 Gli effetti della visione
2 La formazione di Thiel e la tesi di Palantir
3 La prima colazione e il momento Oppenheimer
4 Cina e intelligenza artificiale secondo Thiel
5 Dal neofuturismo al nuovo arsenale della democrazia
6 Il vantaggio dell’arretratezza
7 5. Il lungo periodo e l’intelligenza sovrana
1 Le tre A: auto, acciaio, aglio
2 Il giorno in cui Snoop Dogg raggiungerà la singolarità
3 Paradisi e apocalissi
4 Processo e katechon
5 Intelligenza artificiale sovrana
6 Conclusione
7 Ringraziamento
8 Note
9 Personaggi principali
1 Il protagonista
L’intelligenza di NVIDIA
3 I ricercatori di AlexNet
4 Le menti di DeepMind
5 I duellanti di OpenAI
6 La guerra tecnologica USA - Cina
7 Cronologia minima
Premessa
L’intelligenza artificiale è l’invenzione definitiva dell’umanità. La sua comparsa sulla scena evoca il rischio dell’estinzione del suo creatore. La sua diffusione, come forma di intelligenza generale e superiore, compirà il destino dell’umanità perché porterà al suo superamento.
Queste grandi formule ormai pervadono il nostro discorso pubblico sulla tecnologia, in un mondo dove le questioni dell’intelligenza artificiale, dell’apprendimento e del ragionamento delle macchine sono divenute onnipresenti, ossessive. Sono temi tutt’altro che nuovi, per le loro profonde radici filosofiche e per i pionieri che, in vari ambiti, li hanno alimentati nel Novecento. Eppure, qualcosa di significativo è già accaduto. Una parola dopo l’altra, siamo giunti a questo secolo e alla sua accelerazione.
Vivere in un immaginario di esagerazioni e iperboli è inevitabile, quando ci accostiamo a un tema di cui tutti intuiamo l’importanza, di cui scorgiamo il successo commerciale, ma che abbiamo difficoltà a definire con precisione. Un curioso paradosso: il nostro oggetto è un calcolo che pare fondato soprattutto sulla chiarezza, sulla struttura binaria dell’informazione e della sua trasmissione, eppure avanziamo a tentoni, nell’incertezza. Così siamo spettatori di connessioni di cui non cogliamo pienamente il significato, ospiti di uno strano palazzo della memoria. Nel limbo tra l’apocalisse e la delusione, vogliamo consultare l’Oracolo che rivela noi stessi e la struttura profonda della realtà.
Visto da vicino, il dibattito sull’intelligenza artificiale chiama in causa alcuni concetti, tra cui: la stessa intelligenza, ciò che sappiamo e ignoriamo del cervello e del nostro pensare; l’idea di un’intelligenza “generale” applicata alle macchine, la sua ricerca e le sue ossessioni; i limiti quantitativi e qualitativi del calcolo; il problema dell’allineamento della tecnologia ai nostri bisogni e ai nostri valori. Molti di questi concetti, che celano ulteriori questioni, sono utilizzati in modo tanto roboante quanto ingenuo. Pertanto, devono essere sottoposti a critica. Assieme a temi che in apparenza non sono propri di questa riflessione, ma che invece vi sono sempre trascinati, come il concetto di “umanità”. L’intelligenza artificiale al servizio dell’umanità, un approccio umano al problema, la centralità del fattore umano: le variazioni sul tema sono innumerevoli. Siamo assillati da questo marketing del concetto di umanità, anche attraverso un florilegio di proposte di governance. Ma cosa vuol dire tutto ciò? E quali sono le sue implicazioni per un mondo radicalmente diviso, segnato dalle tensioni della guerra tecnologica tra Stati Uniti e Cina, che coinvolgono anche le infrastrutture e gli usi dell’intelligenza artificiale, con conseguenti rischi per la sicurezza nazionale? Nel mentre, ciò che non sappiamo definire con precisione assume una concretezza nei bilanci, negli investimenti in ricerca e in ulteriore capacità di calcolo, nelle conseguenze sulle forme e sull’organizzazione del lavoro. Le aziende lottano per nuovi mercati che i programmi aiutano ad aggredire, a consolidare, a ottimizzare, con un impiego sempre maggiore di risorse, con un rapporto sempre più complicato tra pubblico e privato.
Non esiste una storia dell’intelligenza artificiale che procede in modo omogeneo. C’è invece un intreccio delle sue storie. Pensare l’intelligenza artificiale, allora, significa cercare di raccontare questi concetti e le loro connessioni, attraverso le figure che li hanno incarnati, cercati, spesso realizzati. I filosofi e gli scienziati che hanno pensato e sperimentato. Gli imprenditori e gli ingegneri che hanno diffuso i prodotti su vasta scala, intuito e aggredito i mercati, costruendo e adattando le imprese per farlo.
In questo percorso, formato dall’evoluzione parallela dei dati, dei programmi, della capacità di calcolo, nella nostra chiave di lettura emerge un protagonista, un curioso demiurgo.
Lo spirito del capitalismo, la rivoluzione incessante della struttura economica dall’interno, si manifesta in un ragazzo nato a Taiwan, che si trasferisce negli Stati Uniti a dieci anni, e da uomo indossa sempre un giubbotto in pelle che cela il tatuaggio del logo della sua azienda, NVIDIA, nata nel 1993, di cui è da sempre amministratore delegato e “uomo immagine”. Tutti lo chiamano per nome: Jensen. Quando a cinquant’anni suonati parla a migliaia di appassionati di videogiochi, ricorda che le finali del campionato mondiale del videogioco League of Legends hanno più spettatori delle finali NBA e commenta esaltato: “Amo LeBron ma noi siamo più grandi di LeBron! Siamo più grandi di Jordan!”. A più di sessant’anni, nel 2024, parla a migliaia di persone a un centro congressi a San Jose, nella Silicon Valley: un tempo da quelle parti lavorava nel fast food Denny’s, mentre adesso trecentomila persone lo ascoltano in diretta e sopra di lui c’è la gigantesca immagine di un gattino, circondato da grossi computer che sembrano usciti da Matrix .
La stessa persona, che ha cominciato il suo grande disegno dai videogiochi, dalla scommessa sulla crescita di un’enorme comunità di videogiocatori, adatta progressivamente l’infrastruttura di calcolo fornita dall’azienda per altri compiti e altre simulazioni, dalle previsioni del meteo alla biologia molecolare, dall’esplorazione dei pozzi di petrolio alla manutenzione dei pannelli solari, dalla guida autonoma alle rappresentazioni dei grattacieli. Questa è la sua scommessa. La grande trasformazione è iniziata dai videogiochi, ma per ogni mercato potranno essere realizzati prodotti e soluzioni. Ogni mercato potrà essere trasformato, rivoluzionato dall’interno.
In questo percorso, in questa biografia, c’è una caratteristica comune agli scienziati e agli imprenditori del largo ecosistema dell’intelligenza artificiale, nell’accelerazione degli ultimi trent’anni: quasi tutti gli attori di questa rivoluzione tecnologica sono immigrati. È un impressionante bacino di talenti, che da svariate destinazioni converge soprattutto verso due luoghi, gli Stati Uniti e il Canada. Verso la libertà di creare e realizzare i progetti, nonché verso le risorse in grado di finanziarli e alimentarli. Così, quel percorso segna anche un fatto politico essenziale di questo secolo: la riduzione dell’importanza del vecchio centro del mondo, l’Europa, che non è in grado né di attirare o trattenere i principali talenti, i quali si muovono sempre di più verso il magnete del Nord America, né di costruire e realizzare i componenti delle infrastrutture di calcolo e dei loro mercati di riferimento, come avviene soprattutto in Asia orientale, nuovo motore manifatturiero del mondo, ma non nuovo approdo di ricercatori e imprenditori. Almeno, questo è il percorso prevalente, anche se sono possibili alcune varianti o “eresie”.
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1 Premessa
2 Parte prima. Dal Kentucky a Lady Gaga
1 1. Un lavoro vero
1 L’inverno di Oneida
2 Skynet al fast food Denny’s
3 Come Toy Story
4 2. Visioni del paradiso dei panda
1 La lavanderia di Einstein
2 Visione e verità
3 Il lavoro del Turco
4 L’ultima lezione di Sabella
5 3. Alex, o dello scrivano
1 Il peso degli errori
2 Gli scienziati di NVIDIA e le due GPU nel letto
3 Proliferazione e sparizione
4 4. Morris, il mio eroe
1 Arizona Sky
2 Cronologia della guerra tecnologica USA - Cina attraverso TSMC
3 Luna di miele in California
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