Crisi geopolitica: declino Usa: Europa e Cina
Crisi geopolitica: declino Usa: Europa e Cina
ciao, vorrei scrivere un articolo sul tema del cambio di passo degli Usa nello scenario mondiale e le azioni e prospettive di attori come Russia Cina Unione Europea. Dovresti partire dalle considerazioni degli autori che ti propongo e di altri che vorrai aggiungere. Possibilmente riportando i reference bibliografici
ARTILOLO 1
Basta indugi. Lo scenario mondiale impone all’Ue di diventare una federazione
Alfredo Roma DOMANI 12 aprile 2025 • 20:44
Sono anni che si ci si lamenta della lentezza e dell’inefficienza della macchina comunitaria proponendo l’idea perdente del sovranismo. L’unica strada che risolverebbe tutti problemi dell’Ue è la costituzione di una European federation costruita sul modello americano. Non attuarla metterebbe in pericolo la sua sopravvivenza
La «guerra più stupida del mondo», come il Wall Sreet Journal ha definito l’imposizione di dazi a moltissimi paesi del mondo, rischia di accendere la miccia che porta all’inflazione e alla recessione a cominciare dagli Stati Uniti.
Nell’imporre i dazi Donald Trump è stato molto duro con l’Unione europea, accusata di aver agito a danno degli Stati Uniti fin dalla sua costituzione, sostenendo così un inaccettabile falso storico. Trump ha inoltre minacciato l’uscita dalla Nato e la chiusura delle basi in Europa.
A Est la Russia non pare decisa a raggiungere un accordo di pace con l’Ucraina e, nel caso gli Usa abbandonassero veramente la Nato, potrebbe seriamente pensare a iniziare l’invasione delle repubbliche baltiche, uno scenario che oggi appare assurdo ma che non si può escludere a priori.
La Cina sta allargando il suo mercato in oriente attraverso l’esistente Partenariato economico globale regionale (Rcep), che è un accordo di libero scambio tra 15 paesi dell'Asia-Pacifico, tra i quali la Cina, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia e la Nuova Zelanda. Si tratta del più grande accordo commerciale di libero scambio al mondo.
A questo si aggiungano i consistenti investimenti che la Cina sta destinando alla formazione e alla ricerca, investimenti che la pongono già all’avanguardia in molti settori chiave come l’intelligenza artificiale, le telecomunicazioni e i progetti spaziali. Così la Cina potrebbe in un futuro prossimo operare in un mercato così vasto da non aver bisogno del resto del mondo.
L’Unione europea è un altro grandissimo mercato con 400 milioni di abitanti con cultura media elevata. Di questi 400 milioni, nel 2020, 6,6 milioni erano scienziati e ingegneri che possono assicurare all’Europa l’innovazione tecnologica e scientifica in molti campi. L’Ue dispone poi di diversi centri di ricerca tra i quali il Jrc di Ispra, il Cern di Ginevra (unico al mondo), il Cec di Atene e l’Agenzia spaziale europea (Esa). Grazie a questi centri l'Europa produce un terzo delle conoscenze scientifiche sviluppate a livello mondiale.
L’Europa deve quindi prendere coscienza del suo valore e del suo enorme potenziale che possono renderla il paese più forte del pianeta.
In questo momento di smarrimento causato dalla politica americana si parla di controdazi, di rafforzare le relazioni commerciali con altre parti del mondo come Canada, Regno Unito, Australia, India e Brasile o addirittura di svalutare l’euro per rendere competitive le esportazioni europee. Sono provvedimenti che possono essere utili ma non risolvono il problema alla radice.
Sono anni che si ci si lamenta della lentezza e dell’inefficienza della macchina comunitaria proponendo l’idea perdente del sovranismo. L’unica strada che risolverebbe tutti problemi dell’Ue è la costituzione di una European federation costruita sul modello americano.
Il 18 giugno 2004 il Consiglio europeo ha approvato il Trattato che adottava una costituzione per l’Europa, trattato che fu poi firmato più tardi nel corso dell'anno a Roma alla presenza del presidente del Parlamento europeo, Josep Borrell Fontelles.
Il trattato è stato approvato dal parlamento europeo e da quasi tutti i paesi membri, ma respinto dalla Francia (29 maggio 2005) vittima della sua grandeur e dai Paesi Bassi (1° giugno 2005) nel quadro dei rispettivi referendum nazionali.
Romano Prodi, che ha sostenuto questa Costituzione nel corso del suo mandato di presidente della Commissione europea, pensa che «quella Costituzione per l’Europa fosse un passo in avanti rispetto alla situazione attuale, specialmente per quanto riguardava la distribuzione dei poteri», ma non era il passo decisivo verso una federazione di stati perché manteneva ancora il Consiglio europeo con relative delibere all’unanimità che ancora oggi rappresenta il vulnus del funzionamento dell’Ue.
Invece, è proprio trasformando l’Unione europea in una federazione di stati che essa può diventare uno stato capace di competere con Cina e Usa e avere il giusto ruolo negli organismi internazionali come le Nazioni unite. I principali organi istituzionali sarebbero: un parlamento, espresso in una o due assemblee, un presidente della federazione con poteri simili a quelli del presidente della Repubblica federale tedesca o del presidente della Repubblica italiana, un governo nominato dal parlamento e formato dal Consiglio dei ministri e dal suo presidente.
Non vi sarebbe più il Consiglio europeo. Ci sarebbe allora un ministro della Difesa, un esercito federale e un ministro degli Affari esteri che esprimerebbe la voce di tutti gli stati membri della federazione. La formazione di un esercito europeo che possa rappresentare un reale deterrenza a difesa della federazione europea richiederà tempo ma non è certo con la recente decisione del cosiddetto riarmo che si procede in quella direzione.
Si sa che raggiungere tale risultato è molto difficile ma finché l’Ue resta un ente sovranazionale dove il parlamento ha modesti poteri, il Consiglio europeo decide all’unanimità ed è presente negli organismi internazionali solo come uditore, essa sarà irrilevante sul piano politico e diplomatico internazionale e con armi spuntate in campo economico.
Ed è proprio questa unanimità del Consiglio europeo che permette ai paesi sovranisti di ostacolare la costituzione della European federation. È assolutamente necessario riprendere in esame la Costituzione del 2004, che peraltro aveva molti istituti accettabili, e uscire da questa situazione di stallo anche per emanciparsi dagli Stati Uniti e dalla Nato.
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ARTICOLO 2
Il patto Stati Uniti – Russia per distruggere l’Ue e i suoi valori
Nadia Urbinati politologa
DOMANI 07 aprile 2025 • 20:21Aggiornato, 08 aprile 2025 • 10:41
La Santa Alleanza 2025 è l’accordo tra Usa ed ex Urss per far crollare l’economia e la cultura dell’Europa unita. Per scardinare il lascito più potente del Secondo dopoguerra
Ha dichiarato Mark Leonard, direttore del Consiglio europeo per le relazioni estere, che «l’intensità, la velocità, l’aggressività e l’imperialismo di questa amministrazione [statunitense] hanno sorpreso molti. La sfida per l’Europa è come affrontare un’America predatrice disposta a sfruttare la vulnerabilità degli alleati per estorcergli qualcosa, che si tratti di un accordo sui minerali in Ucraina o di tentativi di annettere la Groenlandia o del modo aperto con cui Donald Trump sta cercando di dividere la Gran Bretagna dall’Ue con accordi commerciali differenziati».
Con gli alleati storici Trump è arrogante e rapace. È risentito, per un assurdo senso di inferiorità rispetto all’Europa che, pare, covi nel suo animo dalla giovinezza. E, adesso, che ha il potere sul mondo, si vendica. Ragioni infantili, ma ragioni dopo tutto.
Come vendicarsi se non ridurre il vecchio continente a una miscellanea di paeselli litigiosi e deboli? È infatti l’Unione Europea che dà rilevanza ai paeselli – se l’Ungheria fosse separata dalla UE non farebbe testo; è l’Ungheria nell’Unione che fa di Viktor Orbán un cuneo divisivo e un modello per le destre.
Insomma, l’Europa va tolta di mezzo. E le tariffe possono farlo. Come ha spiegato Francesca De Benedetti, hanno il compito di indurre Bruxelles a far cadere, per esempio, controlli sulle merci americane e regolamenti sulla IA. Dividere l’Europa, dunque.
E, soprattutto, far sentire gli stati europei peggio trattati dei naturali avversari, la Russia e la Corea del Nord. Certo, che questi paesi non siano stati vittime della scure trumpiana non dimostra altro se non che non hanno rapporti commerciali con gli States.
Tuttavia, la presentazione alla Casa Bianca in stile hollywoodiano della tabella dei paesi colpiti dai dazi ha intenzionalmente voluto mettere in luce le assenze accanto alle presenze, per invitare a fare la conta dei nemici e degli amici. La Russia ha subito capito il messaggio.
Oltre a rallegrarsi per i danni all’Europa che causerà la politica tariffaria di Trump, l’ex presidente russo, Dmitri Medvedev ha citato il famoso adagio cinese per cui la Russia «siederà sull’argine del fiume, aspettando che il corpo del nemico galleggi. Il cadavere in decomposizione dell’economia dell’Unione Europea».
Ecco la Santa Alleanza del 2025. E come quella del 1815, che aveva l’obiettivo dichiarato di portare le lancette dell’orologio della storia al tempo dell’antico regime, azzerando il lascito della Rivoluzione francese, questa nuova alleanza strategica tra i potentati oligarchi vuole scardinare il lascito più resistente del Secondo dopo-guerra, l’Unione europea.
La Nato è in via di riordino, e diventerà funzionale alla politica di Trump, ad un nuovo ordine globale nel quale gli accordi saranno bilaterali, tra i capi autocratici, ad est come a ovest. In questo nuovo ordine autocratico, nel quale le popolazioni conteranno zero, la regola sarà lo scambio affaristico.
E in ragione di ciò, i criteri saranno non il diritto e i diritti, ma la forza e il privilegio. E soprattutto il nudo potere del denaro, il titolare della sovranità secondo il paradigma Trump. E questo piace tanto alla Russia, che notoriamente detesta la “decadente Europa”, la democrazia costituzionale, e tutto ciò che è riuscito a sopravvivere alla Guerra fredda. L’Unione europea è l’ultima creazione di quel mondo, e il fatto che non si sia dissolta insieme alla Unione Sovietica sta sullo stomaco al Cremlino.
Non era forse l’Unione europea un cuscino tra Usa e Urss? Decaduto l’impero sovietico, quel cuscino non ha ragione d’essere. La guerra delle tariffe, perché così la chiama il suo comandante in campo, ha quindi un progetto di riordino del vecchio continente che piace a Mosca. Decreta una nuova Santa Alleanza che manda al macero quello che fu a dispetto di tutto l’esito di una svolta rivoluzionaria, espressa anche dalla Dichiarazione universale dei diritti e dall’Onu, entità in caduta libera (da ultimo assistiamo all’attacco contro la Corte penale internazionale).
La Guerra trumpiana delle tariffe, al di là delle implicazioni, importantissime, sui mercati e le economie avrà, e probabilmente vuole avere, un suo Dopo-guerra. E non sarà di quelli che animano libertà e creatività.
A considerare la cupezza guerrafondaia dei suoi protagonisti autocrati, ad est come ad ovest, sarà un’età del ferro per tantissimi e di disgustosa ricchezza per pochissimi.
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ARTICOLO 3
Nel vuoto lasciato dagli Usa, il mondo sarà della Cina o dell’Europa?
Orville Schell
DOMANI 11 aprile 2025 • 20:01
Ora che il vecchio ordine geopolitico è stato cancellato, Russia e Cina sono pronte a entrare nel vuoto e a creare la loro versione dell'ordine. Poiché gli Stati Uniti non sono più disposti a guidare le democrazie mondiali, l'Europa deve farsi avanti. Nessun altro può farlo
Oggi siamo in un'era e domani saremo in un'altra», ha proclamato a gran voce Donald Trump dal Giardino delle Rose della Casa Bianca mentre aumentava i dazi statunitensi al livello più alto dal 1909. «Nessuno ha mai fatto niente di simile!».
Non è vero. Il 1° ottobre 1949 Mao dichiarò dalla porta d’ingresso della Città Proibita il «giorno della liberazione» della Cina. Il Partito comunista cinese divise quindi il XX secolo in due epoche: "prima della liberazione", sotto Chiang Kai-shek, e "dopo la liberazione", sotto Mao. E gettò la Cina in tre decenni di caos politico ed economico. Ora il "giorno della liberazione" di Trump promette un disordine e uno sconvolgimento simili, ma su scala globale.
Per gli europei, in particolare, è come se il sole si fosse improvvisamente spento: il sistema geopolitico ha perso coerenza e prevedibilità, mentre i pianeti iniziano ad allontanarsi dalle loro orbite. Un tempo dipendenti dagli Usa, anche se a volte ne guardavano con disprezzo la rozzezza e l'ingenuità, gli europei si trovano ora da soli, senza gravità, costretti a confrontarsi con un leader americano che è il nec plus ultra della bassezza e dell'ignoranza.
Ora che il vecchio ordine geopolitico è stato cancellato, Russia e Cina sono pronte a entrare nel vuoto e a creare la loro versione dell'ordine. La prima è un regime marxista-leninista sradicato con un sacco di hardware militare, di geografia e di risorse naturali, ma con un'economia più piccola di quella canadese. L’altra è uno Stato monopartitico leninista ringiovanito con un'economia gigantesca, un leader suscettibile e un vibrante hub tecnologico globale. L'Europa vuole davvero un mondo reso sicuro per l'autocrazia?
Invece di rimanere un "piatto di sabbia sciolta", come disse Sun Yat-sen a proposito della Cina post-dinastica, l'Europa deve non solo aumentare le sue industrie militari per difendersi, ma anche cercare di ripristinare un minimo di ordine democratico globale. Dopo tutto, l'Europa non è priva di importanti risorse condivisibili con altri.
C'è l'arsenale nucleare franco-britannico che potrebbe diventare un ombrello di deterrenza del continente; ci sono i produttori di armi tedeschi Rheinmetall; c’è l'esperienza ucraina nella tecnologia dei droni; c’è la BAE aerospaziale del Regno Unito; c’è l'Airbus francese; e c’è l'Asml olandese, con il suo monopolio sulla tecnologia Euv (litografia ultravioletta estrema) necessaria per produrre microchip avanzati.
Ma l'Europa non ha ancora avviato uno sforzo per adottare la struttura di alleanze che gli Stati Uniti hanno abbandonato. Aprendo un dialogo con Giappone, Corea del Sud, Filippine, Taiwan, Nuova Zelanda e Australia, l'Europa farebbe sapere alla Cina che il mondo senza gli Usa al timone non è il suo. Data l'ostilità di Trump nei confronti della Nato, gli europei e gli asiatici che hanno a cuore la democrazia e l'ordine mondiale devono rendersi conto dei pericoli della loro dipendenza dagli Stati Uniti dal punto di vista militare e dalla Cina dal punto di vista economico, per costruire nuovi tipi di partenariati tra di loro e con i Paesi che la pensano allo stesso modo. L'India, sempre sensibile, è certamente d'accordo e potrebbe diventare anch'essa un partner cooperativo.
Questa nuova struttura è esattamente ciò che Charles de Gaulle sosteneva per la Francia. Negli anni Cinquanta, dopo l'ingresso della Francia nella Nato, de Gaulle temeva che gli Stati Uniti non sarebbero intervenuti in aiuto dell'Europa in caso di attacco da parte dell'Urss, e disse senza mezzi termini agli americani che dubitava che avrebbero mai sacrificato New York per difendere Parigi.
Così de Gaulle sviluppò la force de frappe nucleare e poi, nel 1966, si ritirò dal comando militare della Nato (anche se la Francia rimase membro dell'alleanza). All'epoca molti considerarono la mossa di de Gaulle semplicemente petulante. Ma la sua logica oggi appare preveggente.
Più negoziati, dialogo, accordi commerciali, scambi culturali e diplomazia pubblica sono ciò che ha caratterizzato la politica estera dell'Ue nel corso dei decenni. Ma non trasformeranno personaggi come Xi o Putin, che non stanno cercando partner per garantire la pace e la stabilità globale, bensì vogliono sostituire gli Usa ai vertici dell'ordine mondiale per poi cambiarlo.
Una volta Mao dichiarò: «Senza distruzione non ci può essere costruzione». C'è del vero in questo adagio. Anche Trump è un agente di distruzione. Ma se l'Europa saprà essere all'altezza della situazione, Trump potrebbe paradossalmente diventare, malgré lui, un agente di costruzione, la levatrice di un nuovo ordine mondiale non americano-centrico.
Gli europei devono comunque ricordarsi che gli Usa hanno già tentato una strategia di accomodamento non solo con la Russia post-sovietica ma anche con la Cina, dato che dieci presidenti dal 1972 (compresa la prima amministrazione Trump) hanno sostenuto diverse versioni di "impegno" con il governo di Pechino.
Purtroppo questi sforzi sono falliti perché i leader del Pcc rimangono fedeli alla convinzione che gli Usa siano fondamentalmente intenzionati a rovesciare il loro regime monopartitico, indipendentemente da ciò che dicono i loro presidenti. Anche Xi ha sempre percepito gli Stati Uniti come una forza straniera inalienabilmente «ostile». Gli europei non devono quindi farsi illusioni sulla Cina. La migliore garanzia di pace in un mondo di autocrazie è la deterrenza attraverso la forza militare, l'unità di alleanze e l'influenza economica. Poiché gli Usa non sono più disposti a guidare le democrazie mondiali in questo sforzo, l'Europa deve farsi avanti. Nessun altro può farlo.
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RICHIESTA A PERPLEXITY
ciao, vorrei scrivere un articolo sul tema del cambio di passo degli Usa nello scenario mondiale e le azioni e prospettive di attori come Russia Cina Unione Europea. Dovresti partire dalle considerazioni degli autori che ti propongo e di altri che vorrai aggiungere. Possibilmente riportando i reference bibliografici
Il cambio di passo degli Stati Uniti nello scenario mondiale e le prospettive di Russia, Cina e Unione Europea
Negli ultimi anni, il ruolo degli Stati Uniti nello scenario globale ha subito una trasformazione significativa, caratterizzata da un approccio più aggressivo e predatorio sotto la guida di Donald Trump. Questo cambiamento ha avuto un impatto diretto sugli equilibri geopolitici, aprendo nuove opportunità e sfide per attori come Russia, Cina e Unione Europea.
Gli Stati Uniti: da leader globale a attore divisivo
L'amministrazione Trump ha introdotto politiche economiche e commerciali aggressive, come l'imposizione di dazi su scala mondiale, che hanno destabilizzato il sistema economico globale. Queste misure hanno colpito anche gli alleati storici degli USA, tra cui l'Unione Europea, alimentando divisioni interne e minando la coesione del blocco europeo1. La retorica di Trump, caratterizzata da un senso di rivalsa verso l'Europa, ha rafforzato l'idea di un'America "predatrice", disposta a sfruttare le vulnerabilità degli alleati per ottenere vantaggi economici e geopolitici2.
Parallelamente, il ruolo degli Stati Uniti nella NATO è stato messo in discussione con minacce di disimpegno che hanno sollevato interrogativi sulla sicurezza europea. Questo vuoto strategico ha spinto l'Europa a riflettere sulla necessità di emanciparsi dalla dipendenza americana1
Russia e Cina: opportunità nel vuoto lasciato dagli USA
Russia: La Russia ha adottato una strategia attendista nel contesto delle tensioni globali. La politica tariffaria americana contro l'Europa è vista dal Cremlino come un'opportunità per indebolire il blocco europeo. La Russia potrebbe sfruttare questo momento per consolidare la propria influenza nelle regioni limitrofe e per rafforzare la sua posizione nel nuovo ordine autocratico globale che si sta delineando2.
Cina: La Cina, invece, sta capitalizzando sul vuoto lasciato dagli Stati Uniti per espandere la sua influenza economica e tecnologica. Attraverso il Partenariato Economico Globale Regionale (RCEP) e massicci investimenti in ricerca e sviluppo, la Cina si sta posizionando come leader in settori chiave come l'intelligenza artificiale e le telecomunicazioni1 Inoltre, la sua politica estera mira a costruire un ordine mondiale alternativo che favorisca l'autocrazia piuttosto che le democrazie liberali.
Unione Europea: tra crisi identitaria e potenziale rinascita
L'Unione Europea si trova a un bivio. Da un lato, deve affrontare le sfide poste dalle politiche americane e dalla crescente influenza di Russia e Cina; dall'altro, possiede risorse straordinarie che potrebbero renderla un attore centrale nel nuovo ordine mondiale. Con 400 milioni di abitanti altamente istruiti e centri di ricerca all'avanguardia come il CERN e l'Agenzia Spaziale Europea (ESA), l'Europa ha il potenziale per competere con i giganti globali1
Secondo alcuni autori, la soluzione per l'UE risiede nella trasformazione in una federazione sul modello americano. Questo passo permetterebbe all'Europa di superare le inefficienze istituzionali attuali e di assumere un ruolo più incisivo negli organismi internazionali1 Inoltre, una federazione europea potrebbe sviluppare una politica estera comune e un esercito federale capace di agire come deterrente militare1
Prospettive future
Il futuro dell'ordine mondiale dipenderà dalla capacità dei principali attori di adattarsi ai nuovi equilibri:
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Stati Uniti: Potrebbero continuare a perseguire politiche isolazioniste o riprendere un ruolo più collaborativo sotto nuove leadership.
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Russia: Probabilmente cercherà di consolidare la sua influenza regionale sfruttando le debolezze europee.
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Cina: È destinata a diventare sempre più dominante grazie alla sua crescita economica e tecnologica.
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Unione Europea: Deve decidere se rimanere frammentata o evolvere verso una federazione capace di competere con Cina e USA.
In questo contesto, il ruolo dell'Europa è cruciale. Se riuscirà a emanciparsi dagli Stati Uniti e a costruire alleanze strategiche con paesi asiatici democratici come Giappone e Corea del Sud, potrebbe emergere come baluardo della democrazia globale contro le autocrazie dominanti.
Conclusioni
Il cambiamento degli Stati Uniti nello scenario mondiale ha aperto una fase di instabilità geopolitica che offre opportunità ma anche rischi significativi per Russia, Cina ed Europa. Mentre gli USA sembrano abbandonare il loro tradizionale ruolo di leader delle democrazie mondiali, l'Europa è chiamata a farsi avanti per preservare i valori democratici su scala globale. Tuttavia, ciò richiederà coraggio politico e una visione strategica condivisa.
Citations:
- https://ppl-ai-file-upload.s3.amazonaws.com/web/direct-files/12886793/80b3c2cc-d279-467f-a58f-ba2ab2a67fe0/paste.txt
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DEEPAI
Il Cambio di Passo degli Stati Uniti e le Risposte di Russia, Cina e Unione Europea
Negli ultimi anni, gli Stati Uniti hanno intrapreso un cambio di passo significativo nel loro approccio nella scena mondiale. La politica sotto l'amministrazione Trump ha radicalmente alterato le dinamiche geopolitiche, portando ad un aumento delle tensioni commerciali e a un riorientamento delle alleanze tradizionali. In questo contesto, i diversi attori globali, tra cui Russia, Cina e Unione Europea, stanno rispondendo e pianificando le proprie strategie a lungo termine.
La Riorganizzazione dell'Ordine Geopolitico
Alfredo Roma, nel suo articolo su Domani, sottolinea l'inefficienza dell'Unione Europea e propone la sua trasformazione in una federazione simile agli Stati Uniti. Roma avverte che senza questa evoluzione, l'UE rischia di diventare irrilevante. Con la crescente aggressività di attori come Trump e il crescente sentimento sovranista all'interno dei singoli stati membri, Roma sostiene che è necessario rivedere la Costituzione europea approvata nel 2004 e compiere passi decisivi verso un'unione più forte (Roma, A. Domani, 2025).
Dall'altra parte, Nadia Urbinati descrive la cooperazione tra Stati Uniti e Russia come una "Santa Alleanza" volta a indebolire l'Unione Europea e i suoi valori fondamentali. Secondo Urbinati, le politiche tariffarie di Trump fungono da arma per dividere e indebolire l'Europa, facendo sí che gli stati membri si sentano vulnerabili e cercando di scardinare i progressi fatti dal dopoguerra in materia di integrazione europea (Urbinati, N. Domani, 2025). Questa alleanza strategica rappresenterebbe un tentativo deliberato di riportare l'Europa a un'epoca di conflitti interni e debolezza.
La Risposta della Cina
La Cina, d'altro canto, sta ampliando il proprio mercato e la propria influenza attraverso iniziative come il RCEP (Partenariato economico globale regionale), che è considerato il più grande accordo di libero scambio del mondo. La Cina sta investendo tecnologie chiave come l'intelligenza artificiale e le telecomunicazioni, ponendosi in una posizione in cui, in futuro, potrebbe non aver bisogno del resto del mondo (Roma, A. Domani, 2025). Orville Schell mette in evidenza come, a fronte dell'assenza di leadership americana, sia Russia che Cina siano pronte a occupare il vuoto lasciato dalla ritirata statunitense, cercando di stabilire un ordine mondiale alternativamente dominato (Schell, O. Domani, 2025).
Opportunità e Sfide per l'Europa
L'Europa si trova in una posizione delicata e critica. Schell argomenta che l'Unione deve prendere in mano la situazione, affrontando le sfide militari e diplomatiche che derivano dalla crescente aggressività cinese e russa. Per farlo, l'Europa dovrebbe rafforzare le sue capacità militari e collaborare con alleati democratically orientati in Asia e oltre (Schell, O. Domani, 2025).
In questo senso, Roma osserva come i centri di ricerca e il potenziale umano presente in Europa siano risorse che devono essere sfruttate per creare una federazione potente in grado di competere con le superpotenze emergenti. Tuttavia, ciò richiede un superamento delle divisioni interne e una ristrutturazione della governance europea (Roma, A. Domani, 2025).
Conclusioni
Mentre gli Stati Uniti sembrano aver intrapreso un cammino di isolamento e nazionalismo, i loro principali rivali, Russia e Cina, sono pronti a sfruttare questa opportunità per riformare l'ordine mondiale. Contemporaneamente, l'Unione Europea deve affrontare il compito arduo di unificarsi e rafforzarsi per mantenere una rilevanza geopolitica in un contesto che diventa sempre più polarizzato.
La capacità dell'Europa di adattarsi e rispondere efficacemente a queste sfide potrebbe determinare non solo il suo futuro, ma anche l'equilibrio di potere globale nei decenni a venire. La costruzione di una federazione europea e il rafforzamento delle alleanze rappresentano passi cruciali per affrontare un mondo in rapida evoluzione.
Riferimenti Bibliografici
- Roma, A. (2025). "Basta indugi. Lo scenario mondiale impone all’UE di diventare una federazione." Domani, 12 aprile.
- Urbinati, N. (2025). "Il patto Stati Uniti – Russia per distruggere l’UE e i suoi valori." Domani, 7 aprile.
- Schell, O. (2025). "Nel vuoto lasciato dagli USA, il mondo sarà della Cina o dell’Europa?" Domani, 11 aprile.
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