L’Occidente e una pretesa superiorità che non esiste
L’Occidente e una pretesa superiorità che non esiste
di Sergio Labate
Sinistrainrete
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Ecco una presentazione seguita da uno schema sintetico del saggio di Sergio Labate: “L’Occidente e una pretesa superiorità che non esiste”.
📘 Presentazione
Nel suo intervento pubblicato su Volere la Luna, Sergio Labate propone una riflessione critica e disillusa sul concetto di Occidente e sulla retorica della sua supremazia morale, oggi riemergente nel discorso pubblico e politico. A partire da una posizione filosofica – quella di Socrate e del “so di non sapere” – l’autore difende l’idea di un’autocritica occidentale come unica forma legittima di superiorità culturale, oggi tradita e capovolta. Rispondendo a posizioni come quella espressa da Ernesto Galli della Loggia sul Corriere della Sera, Labate smonta la retorica del “primato occidentale”, mostrando come essa oggi si manifesti nel dominio della forza più che nei diritti, nella chiusura identitaria più che nell’apertura al diverso.
Attraverso esempi attuali – dalle politiche migratorie italiane all’alleanza Trump-Netanyahu – Labate sottolinea come l’Occidente si stia suicidando, abbandonando quei principi democratici e umanisti che, pur marginalmente, lo hanno reso capace di autocorrezione storica. Il saggio si chiude con una riflessione amara sull’identificazione crescente tra Occidente e oligarchia globale, dove la supremazia viene ridefinita in termini di ricchezza, potere e immunità etica.
📌 Schema sintetico
1. Introduzione – Il paradosso dell’evidenza
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L’Occidente evoca in Labate la figura di Socrate: la ragione che riflette su se stessa e riconosce i propri limiti.
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L’“Io so di non sapere” ha salvato l’Occidente dalle sue derive più brutali.
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Oggi, tale consapevolezza viene messa in discussione da un ritorno della retorica della supremazia occidentale.
2. L’attacco di Galli della Loggia e il contesto politico
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Reazione a un editoriale sul Corriere che difende la “supremazia dell’Occidente”.
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Tale retorica si inserisce in un clima politico segnato da Meloni, Trump e altri attori reazionari.
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L’Occidente diventa un “significante vuoto”, usato come strumento ideologico dei dominanti.
3. Ombre e autocritica dell’Occidente
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L’Occidente è anche la storia delle sue ombre (crociate, inquisizione, colonialismo, fascismi, patriarcato, schiavismo).
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Ma è anche il luogo in cui queste ombre sono state denunciate e riconosciute.
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La vera forza storica dell’Occidente è stata, per un breve periodo, la capacità di provare vergogna, non di rivendicare superiorità.
4. La critica al mito della superiorità
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Galli della Loggia cita Erodoto per mostrare l’apertura occidentale verso l’altro.
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Ma gli esempi attuali (migranti, Gaza, repressione) dimostrano il fallimento di questa narrazione.
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L’Occidente non sta ascoltando nessuno, sta piuttosto tornando a esercitare il potere con brutalità.
5. Verso la dissoluzione dell’Occidente dei diritti
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L’Occidente sta rinascendo, ma non quello di Socrate, bensì quello che lo ha condannato.
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Il breve esperimento di un Occidente fondato su diritti, pluralismo e autocritica è finito.
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Si afferma l’Occidente della forza, dell’egemonia economica e della propaganda.
6. La nuova alleanza tra potere e ricchezza
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Trump, il Qatar, i regali “mastodontici”: l’Occidente si identifica con l’élite economica globale.
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La riflessione finale tocca anche la fusione tra capitalismo e geopolitica: l’Occidente oggi è la storia dei ricchi, non delle democrazie.
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Riferimento al libro di Guido Alfani, per distinguere tra presenza storica dei ricchi e la loro odierna egemonia totale.
Se desideri, posso anche elaborare un commento critico o una comparazione con altri autori, come Galli della Loggia o Zuboff, o un paragrafo di sintesi da inserire in un saggio più ampio. Fammi sapere come proseguire.
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