Merz lancia la sua offensiva: neoliberismo e bellicismo, le armi che devasteranno la Germania

 L'Antidiplomatico Sinistrainrete 8-7-25
Fabrizio Verde: Merz lancia la sua offensiva: neoliberismo e bellicismo, le armi che devasteranno la Germania

Merz lancia la sua offensiva: neoliberismo e bellicismo, le armi che devasteranno la Germania

di Fabrizio Verde

Tagli alla spesa pubblica e corsa agli armamenti: la duplice minaccia che, ignorando la crisi energetica e la concorrenza globale, trasformerà la recessione in un collasso irreversibile

La locomotiva d’Europa è in panne. Deragliata. La Germania affonda in una crisi economica definita dalla sua stessa industria come la più lunga e profonda dalla riunificazione. Tre anni consecutivi di recessione – un calo dello 0,3% nel 2023, dello 0,2% nel 2024 e una previsione di ulteriore -0,1% nel 2025 – dipingono un quadro desolante, un malato d’Europa in netto contrasto con la crescita dell’1,1% attesa per l’Unione. Macchine ferme, ordini evaporati, investimenti in fuga: è il lamento unanime degli industriali riuniti nella potente Federazione dell’Industria Tedesca (BDI). La produzione industriale, il cuore della potenza tedesca, è crollata del 16% rispetto al picco del 2018. Settori vitali ed energivori, strangolati dalla rinuncia al gas russo a basso costo imposta da folli sanzioni auto-inflitte, hanno visto la produzione crollare di un quinto. Un fiume di licenziamenti, 37.700 solo nei primi sei mesi del 2025, il dato peggiore dalla pandemia, sta svuotando le fabbriche, in particolare quelle automobilistiche, con 20.700 posti persi nel settore che era la bandiera del ‘Made in Germany’.

Sulla scena di questo disastro economico, aggravato dalla concorrenza della Cina e dall’ascia protezionista di Donald Trump pronta a calare da oltreoceano – minaccia che potrebbe far sprofondare il PIL tedesco di un ulteriore 0,5% – si staglia l’ombra di Friedrich Merz e della CDU.

La loro ricetta per il rilancio, in realtà, somiglia pericolosamente a una bomba nucleare pronta a distruggere definitivamente il futuro industriale della nazione. Un mix esplosivo e suicida di neoliberismo estremo e militarismo guerrafondaio.

Il primo veleno è l’ossessione per l’austerità. Tagli alla spesa sociale, rigore di bilancio cieco, deregolamentazione selvaggia: sono i dogmi di Merz (già presidente del consiglio di sorveglianza di BlackRock in Germania) in piena tempesta economica. Mentre il BDI implora a gran voce “investimenti pubblici urgenti” nelle infrastrutture moderne, nella transizione digitale, nella semplificazione burocratica vitale – a loro modo di vedere - per la competitività, Merz propone l’esatto contrario: smantellare. Privatizzare. Tagliare. Una cura da cavallo che, applicata a un organismo già in shock, equivale a un’emorragia controllata verso la deindustrializzazione.

Ma la vera miccia che potrebbe far saltare in aria ogni residua speranza è la scommessa folle sul riarmo come volano economico. Merz cavalca l’onda di una pericolosa illusione: quella di trainare l’economia fuori dalla stagnazione con mastodontiche spese militari, promettendo di inchiodare la Germania al 2% del PIL per la difesa. È la teoria che l’analista russo Andrej Suzdaltsev vede profilarsi a Berlino: salvare l’industria producendo carri armati invece che automobili. Una follia strategica ed economica. Enormi capitali pubblici, già sotto stress, verrebbero dirottati verso armamenti improduttivi anziché essere investiti nell’innovazione, nell’istruzione, nell’energia – i veri motori di una ripresa sostenibile e concreta. Questo militarismo guerrafondaio, in un’Europa già instabile, non farebbe che inasprire le relazioni con partner commerciali cruciali come la Cina, alimentando una costosa e pericolosa corsa agli armamenti.

L’accoppiata letale di austerità neoliberista e follia militarista proposta da Merz non è una cura. È il colpo di grazia. I missili non riempiranno gli ordini vuoti delle fabbriche. I tagli alla spesa sociale non abbasseranno le bollette energetiche. I mezzi corazzati non renderanno competitive le auto tedesche contro i veicoli elettrici cinesi. È una ricetta scritta con l’inchiostro dell’ideologia atlantista più miope, destinata ad affondare definitivamente la Germania nel pantano della recessione, della deindustrializzazione e dell’irrilevanza strategica. Mentre il mondo corre verso il futuro, Merz vorrebbe trascinare la nazione indietro, verso un passato fatto di fabbriche chiuse e cannoni. Un suicidio economico in nome del neoliberismo e del falso mito della guerra come fonte di business.

Comments

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Lorenzo
Tuesday, 08 July 2025 05:34
Quando si sono accorti che la bolla verde non funzionava, anche perché andava a impattare pesantemente sui bilanci familiari e sul vissuto quotidiano della gente, un succedaneo dovevano trovarlo.

Credo anche che Merz, l'inviato dei poteri forti, abbia poco a cuore il benessere della Germania e molto quello delle istituzioni globaliste e segnatamente dell'eurodittatura. Se gli Stati Uniti che l'hanno fondata e tenuta in piedi per 80 anni riducono la loro presenza, l'UE può disfarsi come un caco marcio.

Per evitarlo i padroni del vapore han dato ordine al loro personale di servizio di ritrasformare la Germania in una Potenza medio-grande in modo da farne il possibile nuovo baricentro continentale. La capacità di attrazione geopolitica è basata in primis sulla potenza militare.

ChatGPT

Ecco la scheda sintetico-analitica dell’articolo:


📌 Titolo:

Merz lancia la sua offensiva: neoliberismo e bellicismo, le armi che devasteranno la Germania
Autore: Fabrizio Verde
Fonte: L’AntiDiplomatico, luglio 2025


🧩 1. Tesi centrale

La proposta politica ed economica di Friedrich Merz (CDU), imperniata su austerità neoliberista e riarmo militare, è denunciata come una strategia devastante che rischia di aggravare irreversibilmente la crisi economica tedesca. Una “ricetta suicida” che, invece di rilanciare l’economia, la spingerebbe verso deindustrializzazione, recessione permanente e isolamento geopolitico.


🧠 2. Struttura argomentativa

Contesto economico

  • La Germania è in recessione per il terzo anno consecutivo (2023–2025).

  • Il paese si trova in una delle crisi industriali più gravi dalla riunificazione:

    • Crollo produzione industriale (-16% dal 2018)

    • Perdita di posti di lavoro (quasi 38.000 nel primo semestre 2025)

    • Recessione aggravata da:
      ▪ crisi energetica post-gas russo
      ▪ concorrenza cinese
      ▪ politiche protezioniste USA (Trump)

La proposta Merz

  1. Tagli alla spesa pubblica

    • Ritorno a rigide politiche di bilancio e privatizzazioni

    • Ignorate le richieste dell’industria di investimenti pubblici in infrastrutture, digitalizzazione, innovazione

  2. Militarizzazione come motore economico

    • Aumento della spesa militare al 2% del PIL

    • Visione: sostituire la produzione civile con quella bellica (armi al posto di automobili)

    • Critica: i capitali sarebbero sottratti a investimenti produttivi e sociali

Conseguenze previste

  • Ulteriore sottrazione di risorse alle politiche sociali e industriali

  • Aumento della tensione geopolitica e deterioramento dei rapporti commerciali (es. con la Cina)

  • Destrutturazione del modello produttivo tedesco

  • Regressione dell’economia in nome di un’ideologia atlantista e militarista


📉 3. Valutazione critica

Punti di forza

  • Denuncia chiara e appassionata del rischio di una “militarizzazione dell’economia”

  • Contestualizzazione della crisi economica tedesca post-2022 (gas russo, concorrenza globale, stagnazione interna)

  • Richiamo all’incoerenza tra la realtà produttiva e le politiche proposte

⚠️ Critiche possibili

  • Tono fortemente ideologico e apocalittico, con pochi dati a sostegno delle tesi più radicali

  • Nessuna proposta alternativa concreta al paradigma criticato

  • Mancanza di articolazione tra le dinamiche tedesche e quelle europee (UE, BCE)


📚 4. Parole chiave

  • Germania

  • CDU / Merz

  • Neoliberismo

  • Austerità

  • Riarmo

  • Deindustrializzazione

  • Crisi energetica

  • Recessione

  • Atantismo

  • Militarismo economico


🔍 5. Conclusione sintetica

La strategia di Friedrich Merz è letta come un ritorno pericoloso all’austerità neoliberista e al bellicismo economico. In un momento in cui la Germania avrebbe bisogno di investimenti pubblici intelligenti e politiche industriali orientate al futuro, la proposta della CDU rischia – secondo l’autore – di trasformare la più grande economia d’Europa in un relitto strategico, tra disoccupazione, fabbriche chiuse e militarismo regressivo.


Se vuoi, posso preparare anche una versione ridotta dell’articolo o un abstract accademico. Fammi sapere.

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