Il suicidio americano: l’imperialismo trumpiano indebolisce gli Usa
Il suicidio americano: l’imperialismo trumpiano indebolisce gli Usa
Joschka Fischer
DOMANI 12 aprile 2025 • 19:12 Aggiornato, 12 aprile 2025 • 19:25
Gli opinionisti e i commentatori hanno a lungo interpretato “America First” come un revival del movimento isolazionista. Ma Trump sembra volere un mondo in cui una manciata di superpotenze globali competa, anche con violenza all’occorrenza, per le risorse, le materie prime e le sfere di influenza. E questo avvantaggia Russia e Cina
Sono passati solo due mesi e mezzo da quando Donald Trump è tornato alla Casa Bianca, ma il mondo è già cambiato radicalmente.
Trump sta rapidamente minando le relazioni commerciali degli Stati Uniti e il sistema globale di libero scambio che gli Stati Uniti hanno contribuito a creare dopo il 1945. Il suo tentativo di “liberare” l’economia statunitense con un’escalation di dazi rappresenta un cambiamento essenziale rispetto alle tattiche di guerra commerciale più modeste messe in atto durante il suo primo mandato. Secondo lo Yale Budget Lab, l’aliquota media dei dazi statunitensi è ora al livello più alto dal 1909.
Trump sta anche mettendo in dubbio le alleanze di lunga data dell’America, non ultima la Nato e le garanzie di sicurezza che essa rappresenta. A fine febbraio ha umiliato pubblicamente Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale e mostrato la porta al presidente ucraino. Da allora il sostegno degli Stati Uniti all’Ucraina è di fatto terminato, dando al presidente russo Vladimir Putin una mano più forte di quella che aveva da anni. Trump non ha fatto alcuno sforzo per nascondere il fatto che simpatizza per la Russia, l’aggressore, piuttosto che per l’Ucraina, la democrazia assediata che ha lottato per la propria libertà e sovranità.
Trump ha anche suggerito che gli Stati Uniti dovrebbero prendere il controllo di Gaza, espellere la popolazione in altri stati arabi e trasformare l’enclave in un resort. E continua a parlare di annettere il Canada, la Groenlandia e il Canale di Panama. A quanto pare, agli Stati Uniti non basta controllare la maggior parte dell’emisfero occidentale: Trump vuole anche impossessarsene.
Tutti si aspettavano disordini, ma pochi si aspettavano un imperialismo sfacciato. Gli opinionisti e i commentatori hanno a lungo interpretato “America First” come un revival del movimento isolazionista attivo prima della Seconda guerra mondiale, ma Trump sembra avere in mente qualcos’altro. Vuole un mondo in cui una manciata di superpotenze globali competa, anche con violenza all’occorrenza, per le risorse, le materie prime e le sfere di influenza.
Sul fronte interno ha permesso all’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, leader d’avanguardia di un movimento tecno-fascista della Silicon Valley, di sventrare lo stato americano con il pretesto della riduzione dei costi, dell’eliminazione di sprechi e frodi e della deregolamentazione. I licenziamenti di massa e la demolizione di intere agenzie avranno conseguenze durature, dolorose da considerare. Lo sventramento dei fondi Usaid, da solo, potrebbe provocare centinaia di migliaia di morti in Africa e in altre regioni vulnerabili del mondo.
Di fronte a una distruzione così crudele e sconsiderata, ci si deve porre una domanda essenziale: cosa comporta tutto questo per gli Stati Uniti? Renderà il paese più forte? Se valutiamo le decisioni dell’amministrazione alla luce dei soli interessi dell’America, ovvero mantenere il potere e l’influenza globale, l’unica risposta possibile è no. Le politiche di Trump, sia estere che interne, sembrano sempre più orientate all’indebolimento dell’America, o addirittura alla sua autodistruzione.
Dopo tutto, gli Stati Uniti non ci guadagnano nulla dall’ostilità verso l’Europa. Allontanando gli alleati, non fanno che distruggere uno dei principali pilastri del loro status di superpotenza. Per decenni, “l’Occidente”, un quadro geopolitico impareggiabile di alleanze militari e relazioni commerciali, è servito come moltiplicatore di forza per il potere e l’influenza degli Stati Uniti. È il motivo per cui l’America ha vinto la Guerra Fredda ed è diventata più forte di qualsiasi altra potenza nella storia. Chi trae vantaggio dal buttare via tutto questo? Solo Russia e Cina, che hanno osservato e aspettato in silenzio il suicidio dell’America.
Possiamo già dire che non ci sarà alcun ritorno al precedente ordine internazionale. Trump ha distrutto la fiducia negli Stati Uniti per almeno una generazione. Gli impegni americani non sono più credibili. Le istituzioni del paese, inclusi organi di informazione, università e studi legali, si stanno sgretolando sotto i nostri occhi. Gli Stati Uniti potranno ancora godere di una posizione geografica unica tra l’Atlantico e il Pacifico, ma il resto del mondo saprà che il trumpismo è profondamente intrinseco alla sua politica.
La scomparsa dell’“Occidente” e il crollo della leadership (e della democrazia) americana modificheranno drammaticamente la politica mondiale del XXI secolo. L’ordine lascerà il posto al caos e il rischio di guerra aumenterà quando le superpotenze rivali si contenderanno la posizione. La stessa società americana rimarrà polarizzata, consumata dall’irrazionalismo e incline alle teorie cospirative.
Nel suo romanzo del 1935 It Can't Happen Here, Sinclair Lewis immagina l’ascesa di un dittatore che rispecchi i regimi fascista e nazista in Europa. Ora, 90 anni dopo, la sua distopia si sta materializzando. Come Goethe dopo la battaglia di Valmy nel 1792, quando l’esercito prussiano si ritirò di fronte alle forze rivoluzionarie francesi, stiamo assistendo all’inizio di una nuova era nella storia del mondo. Da qui in poi il dolore, le difficoltà e le ingiustizie non potranno che peggiorare.
Traduzione di Simona Polverino
Copyright: Project Syndicate, 2025.
www.project-syndicate.org
© Riproduzione riservata
Joschka Fischer
Joschka Fischer, ministro degli Esteri e vice-cancelliere della Germania dal 1998 al 2005, è stato per quasi 20 anni leader del Partito tedesco dei Verdi (Die Grünen).
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📰 Occhiello:
L’imperialismo di Trump mina le fondamenta del potere americano, favorendo i rivali globali e portando gli Stati Uniti verso un declino auto-inflitto.
🧭 Sintesi schematica: "Il suicidio americano" di Joschka Fischer
📌 Contesto generale
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Trump è tornato alla Casa Bianca da meno di tre mesi, ma ha già avviato profondi cambiamenti politici e strategici.
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Le sue politiche estere e interne stanno indebolendo la posizione globale degli USA.
🌍 Politica estera aggressiva e isolazionista
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Abbandono del libero scambio → dazi ai massimi storici (dal 1909).
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Attacco alle alleanze storiche → NATO indebolita, umiliazione di Zelensky, fine del sostegno all’Ucraina.
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Simpatie dichiarate per la Russia di Putin.
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Suggestioni espansionistiche: controllo di Gaza, annessione del Canada, Groenlandia e Canale di Panama.
🏗️ Sfaldamento dell'ordine liberale
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"America First" non è più isolamento, ma imperialismo multipolare violento.
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Viene distrutta la rete di alleanze che ha garantito la supremazia americana dal 1945.
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L’Occidente come progetto geopolitico viene disarticolato, favorendo Russia e Cina.
🏛️ Politica interna e deregolamentazione
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Elon Musk: deregolamentazione aggressiva, licenziamenti di massa, smantellamento dello Stato.
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Tagli alla cooperazione internazionale (USAID) → crisi umanitarie previste in Africa e altrove.
⚠️ Conseguenze geopolitiche
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Gli USA perdono credibilità e leadership a livello globale.
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Le istituzioni americane (media, università, stato di diritto) si stanno sgretolando.
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Emergenza di un mondo più caotico e polarizzato, con rischio crescente di guerre tra potenze.
📚 Conclusione visionaria
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Ritorno alla distopia del romanzo It Can't Happen Here di Sinclair Lewis (1935).
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Il trumpismo non è un'eccezione: è diventato parte strutturale della politica americana.
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Il mondo entra in una nuova era segnata da instabilità, dolore e ingiustizia.
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Perfetto! Ecco la bozza di un thread social (stile X/Twitter) pronta per la pubblicazione. Il tono è incisivo e informativo, adatto a generare engagement:
🧵1/ Il suicidio americano – un thread.
Secondo Joschka Fischer, Trump non sta rendendo l’America più forte. La sta distruggendo, dall’interno e nel mondo.
Ecco perché. 👇
2/ Tornato alla Casa Bianca da appena 2 mesi, Trump ha:
– demolito il libero scambio
– isolato gli alleati
– flirtato con Putin
– promosso un imperialismo aggressivo
3/ America First non è più isolamento.
È l’idea che poche superpotenze si contendano il mondo a colpi di violenza per risorse, territori e influenza.
Una visione che indebolisce l’Occidente e avvantaggia Russia e Cina.
4/ Ha umiliato Zelensky nello Studio Ovale e tagliato il sostegno all’Ucraina.
Ha proposto il controllo di Gaza, l’annessione del Canada e del Canale di Panama (!).
Imperialismo dichiarato.
5/ Sul fronte interno, ha dato mano libera a Elon Musk:
– licenziamenti di massa
– smantellamento di agenzie federali
– tagli all’USAID (migliaia di morti previste in Africa)
6/ Gli Stati Uniti stanno perdendo:
– la fiducia degli alleati
– la leadership mondiale
– la forza delle proprie istituzioni democratiche
7/ Il trumpismo non è un incidente.
È ormai parte integrante della politica americana.
Conseguenze?
– Più caos globale
– Più guerre
– Più polarizzazione e irrazionalismo
8/ Joschka Fischer cita It Can't Happen Here (1935), romanzo su un dittatore americano.
Quella distopia è oggi una realtà.
9/ Stiamo entrando in una nuova era.
Meno ordine, più conflitti.
E l’America?
Sta suicidandosi, lasciando il campo libero ai suoi avversari.
Fine del thread. 🔚
Testo per post Facebook:
🇺🇸 Il suicidio americano: Trump sta davvero rendendo l’America più forte? O la sta portando al collasso?
Joschka Fischer lancia un grido d’allarme: le politiche di Donald Trump, sia interne che internazionali, stanno minando le fondamenta della leadership globale degli Stati Uniti.
🔻 Cosa sta succedendo:
– Distruzione del sistema di libero scambio
– Rottura con gli alleati storici (NATO, Europa, Ucraina)
– Proposte imperialiste: controllo di Gaza, annessione di Canada e Groenlandia
– Tagli drastici alla cooperazione internazionale
– Deregolamentazione spinta e demolizione delle agenzie statali
🔻 Il risultato? Non un'America più forte, ma più isolata, meno credibile, e sempre più vicina all’autodistruzione.
"Il trumpismo non è un incidente, ma una realtà strutturale degli USA contemporanei", scrive Fischer.
E mentre Russia e Cina avanzano, l’Occidente vacilla.
📚 Come nel romanzo It Can't Happen Here (1935), l’incubo distopico è diventato realtà.
📉 Una nuova era geopolitica si apre: meno ordine, più caos.
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